3 Giugno 2019

“Alice secondo te questo sentiero come è?

Facile o difficile?”

Se per la bici da strada valutare la difficoltà di un percorso dipende fondamentalmente dalla combinazione di chilometraggio totale e dislivello (positivo), per la mountain bike non è altrettanto semplice. Entrano in gioco diverse fattori che vanno anche ad incidere non solo sul grado di difficoltà ma anche sulla sicurezza e quelle capacità tecniche che un biker dovrebbe possedere per percorrere quel determinato percorso.

La cosa negativa è che non esistono a livello internazionale degli standard riconosciuti ed uguali in tutti i Paesi; mentre quella positiva è che esistono diverse scale che ci aiutano a classificare i percorsi. 

La scala STS

La scala più diffusa e quella a cui faccio riferimento anche io si chiama scala STS, ovvero scala singletrack. 

Comprende 6 gradi di difficoltà, dal più basso S0 al più elevato S5. 

Attraverso questa scala possiamo valutare solo ed esclusivamente le difficoltà tecniche di un sentiero, sia esso in pianura, in discesa o in salita in condizioni climatiche asciutte. Elemento quest’ultimo da non sottovalutare.

Il valore che verrà attribuito ad un sentiero/percorso avviene mediando tra i gradi di difficoltà che un sentiero presenta per la maggior parte, ovvero in misura più rilevante. 

Quindi ciò significa ad esempio che un sentiero che viene classificato S2 può includere anche tratti classificati come S2 o S4.

I parametri che vengono utilizzati per stilare il grado di difficoltà sono: 

  1. Tipologia del terreno, fondamentalmente la sua composizione, se compatto oppure no,
  2. Presenza di ostacoli, quali ad esempio rami o tronchi di alberi caduti,
  3. Pendenze,
  4. Tipologia di curve,
  5. Capacità di guida necessaria.

Altri 2 elementi che andrebbero analizzati o comunque tenuti in considerazione sono l’esposizione del sentiero e i pericoli. Per ovviare a questa lacuna si può aggiungere un segno + dopo la classificazione del percorso. Con questo simbolo si intende che il sentiero è leggermente più difficile di un normale sentiero S2, ad esempio, ma che però non rientra ancora nella classificazione S3. 

Sentiero S0

Questa tipologia di sentieri non presenta particolari difficoltà e possono essere percorsi senza bisogno di particolari capacità tecniche, quindi anche da chi non pedala quotidianamente. Si tratta di sentieri scorrevoli per lo più in sottobosco o in pianura aperta. Il terreno è compatto e presenta un buon grip. Le curve sono sempre ampie e le pendenze moderate. 

Sentiero S1

In genere il passaggio da un sentiero S0 a uno S1, ovvero un aumento del grado di difficoltà, è determinato dalla presenza di canali di scolo o di danni causati dall’erosione. In questi sentieri si possono trovare piccoli ostacoli come radici seppur poco sporgenti e piccole pietre, il fondo può essere poco compatto. Mentre la pendenza raggiunge al massimo il 40% e non si incontrano tornanti. 

A partire da questa tipologia di sentieri è necessario possedere delle capacità di guida basilari, necessari al superamento di ostacoli. 

Sentiero S2

Rientrano qui i percorsi che presentano radici di maggiori dimensioni, pietre, gradoni e scale in sequenza. Si possono trovare anche curve strette quasi a gomito e pendenze che in alcuni passaggi possono raggiungere anche il 70%. 

È necessario possedere buone capacità di guida, di frenata ed essere in grado di spostare i punti di equilibrio del proprio corpo.

Sentiero S3

I sentieri a partire da questa categoria presentano molti passaggi tecnici che possono essere costituiti da blocchi di roccia e/o radici, gradoni alti. I tornanti possono essere numerosi e le pendenze possono anche superare il 70%. Molto spesso si dovrà anche fare i conti con un terreno scivoloso o comunque poco compatto. 

È quindi indispensabile un ottimo controllo della mtb, padronanza nella modulazione del freno ed ottimo equilibrio. 

Sentiero S4

Appartengono a questa categoria i sentieri molto tecnici per i quali sono indispensabili tecniche trialiastiche come la capacità di spostare la ruota anteriore o quella posteriore, per esempio per superare curve a gomito, una tecnica di frenata perfetta e un ottimo equilibrio. Talvolta i passaggi più tecnici dei percorsi di tipo S4 sono difficoltosi da superare anche a piedi. 

Si tratta, infatti, di single trails molto tecnici che presentano grandi blocchi di roccia e/o passaggi su radici. Il terreno è poco compatto. Le rampe hanno pendenze, a volte, quasi estreme, tornanti stretti e gradoni, questi ultimi talmente alti che è possibile il contatto con le corone della guarnitura. Per questo è consigliato l’utilizzo di un paracorona. 

Sentiero S5

Infine i sentieri più difficili si caratterizzano per un terreno molto tecnico che presenta spesso contropendenze e fondo scivoloso, curve a gomito strettissime, gradoni che si susseguono spesso anche di dimensioni diverse ed ostacoli come alberi caduti. Tutto questo su pendenze estreme. 

Lo spazio di frenata è molto breve e a volte anche del tutto assente. In certi passaggi anche camminare con la bici in spalla risulta estremamente difficoltoso. Quindi può essere utile e necessario aggrapparsi a punti saldi o addirittura arrampicarsi. 

Tabella riepilogativa

In questa tabella voglio riepilogare le caratteristiche principali di ciascun sentiero così che tu possa tenerla sempre a portata di mano per valutare nella maniera più accurata possibile i single trails dei tuoi percorsi consigliati.

Scala STS per valutare grado di difficoltà dei sentieri
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2 Risposte.

  1. stefano ha detto:

    cosa vuol dire la sigla sts
    Grazie

    1. Alice Marmorini ha detto:

      STS sta per single trails

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