27 Luglio 2020
Risale allo scorso 8 maggio ed è il 2° rapporto realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente sulle tendenze e l’economia del cicloturismo in Italia.
Ho estrapolato i dati più importanti che oggi voglio andare a condividere.
Facciamo un attimo un passo indietro e riprendiamo i dati relativi al 1° rapporto sul cicloturismo e cicloturisti.
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In questa puntata del mio podcast…
0.28′ Dati cicloturismo nel 2018-2019
Nel 2018 le presenze cicloturistiche – nelle strutture ricettive o in abitazioni private – sono risultate pari a 77,6 milioni pari all’8,4% dell’interno movimento turistico nazionale.
Mentre la spesa complessiva è stata stimata in circa 7,7 miliardi di euro.
Nel 2019 – invece – il cicloturismo ha generato quasi 55 mln di pernottamenti, pari al 6,1% di quelli complessivamente registrati in Italia.
Nelle regioni maggiormente specializzate nel cicloturismo – come ad esempio il Trentino Alto Adige – il cicloturismo arriva ad incidere per il 15-20%.
Questi primissimi dati evidenziano che il cicloturismo oggi è un fenomeno uscito ampiamente dalla condizione di nicchia e che continua ad essere composto per lo più da viaggiatori internazionali (63% del totale).
Dalle analisi che effettuo quotidianamente per i miei clienti ho registrato un notevole incremento delle richieste vacanza da parte dei cicloturisti di lingua italiana a partire dall’inizio della fase 2 (inizio maggio 2020). Tale incremento si aggira intorno al 46% circa.
1.45' Ma dove provengono questi cicloturisti?
Dato interessante è quello che riguarda la provenienza dei cicloturisti.
Per quanto riguarda l’Italia: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono le principali regioni di provenienza di quasi la metà dei cicloturisti italiani.
Mentre per quanto riguarda il mercato estero, l’origine dei flussi internazionali è molto concentrata in Germania (oltre un quarto del totale), Austria e Francia.
2.10' Quali regioni beneficiano maggiormente del cicloturismo?
E verso quali regioni sono orientati questi flussi, potremmo chiederci arrivati a questo punto.
Una vasta area nord orientale (dal Friuli alla Lombardia) passando per l’Emilia Romagna vede transitare quasi il 70% del movimento cicloturistico globale.
Ad intercettare la fetta più consistente è il Trentino Alto Adige (30% del totale) seguito da Lombardia (14%) e da Veneto (10%).
Da notare come è interessata una apprezzabile parte dell’area meridionale che comprende Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. E questo mostra in maniera evidente l’attrattività di queste regioni nonostante l’assenza di una offerta alberghiera strutturata e delle aree particolarmente sviluppate a livello di infrastrutture come ad esempio piste ciclabili.
Regioni invece come Umbria, Campania, Molise ed Abruzzo sembrano solo appena sfiorati dal cicloturismo.
Secondo sempre i dati condivisi da Isnart e Lagambiente i cicloturisti tendono a muoversi nella stessa area di residenza o, al più, in quelle limitrofe.
Questo si registra soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna, mentre veneti e toscani arrivano a spingersi fin verso il Mezzogiorno raggiungendo Sicilia e Calabria.
La prossimità geografica condiziona anche i flussi internazionali: tedeschi ed austriaci si concentrano in Trentino, i francesi si distribuiscono più o meno equamente tra Lombardia (particolarmente apprezzato il cosiddetto “distretto dei laghi”), Trentino e Sardegna.
3.54' Organizzazione del soggiorno e comportamenti di vacanza
Altro dato interessante che era presente anche nel 1° rapporto del 2018 è quello relativo all’organizzazione del soggiorno ed i comportamenti di vacanza. In particolare la scelta di vacanza continua ad essere ispirata dai resoconti di amici o familiari o dal desiderio di ritornare in luoghi già visitati.
Questo è un elemento molto importante da un punto di vista marketing che ci dovrebbe spingere maggiormente ad investire in due fasi ben precise che sono:
- Referral: indica la capacità dei nostri clienti di promuovere e parlare (bene) del nostro prodotto/servizio/esperienza attraverso il passaparola
- Retention: indica la capacità del nostro business di far ritornare i propri clienti.
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Molti business in generale non investono nella fase successiva alla vendita. Sborsano decine, centinaia di soldi per portare gli utenti sul proprio sito internet e una volta che hanno pagato si dimenticano di loro.
Ne ho parlato in un podcast dedicato “Attenzione al cliente: i 2 step ignorati dagli albergatori”. Ti consiglio di ascoltarlo.
Ma torniamo ai dati relativi all’organizzazione del soggiorno ed i comportamenti di vacanza. Il 2° rapporto Isnart e Legambiente mostra come i cicloturisti prevalentemente sono coppie senza bambini (41% del totale), le famiglie con bambini invece sono il 26% del totale.
La spesa media giornaliera pro capite si attesta intorno ai 75,00 € e le spese di soggiorno rappresentano il 40% del budget complessivo dei cicloturisti.
Da sottolineare come i comportamenti di spesa cambiano in maniera significati in riferimento alla provenienza:
- gli italiani sono più orientati verso l’acquisto di prodotto alimentari e di abbigliamento;
- mentre gli stranieri sono più attenti alle attività culturali ed all’informazione.
5.54' Indagine ai tour operator italiani e previsioni giugno-dicembre 2020
All’interno del report ho trovato interessanti due sezioni quella relativa all’indagine ai tour operator italiani specializzati in bike tourism e le previsioni per il periodo giugno-dicembre 2020.
In particolare in merito al primo aspetto emerge con chiarezza come:
- il fatturato dei TO è in netta crescita;
- Il pacchetto medio venduto ha durata di 7 giorni per un ammontare di circa 900 € a persona e si tratta di una vacanza itinerante e/o base fissa
- Il 40% delle richieste riguarda il ciclismo su strada ed il 34% le e-bike
- Le formule più richieste sono gli itinerari bike-friendly (54%) e bici e barca (30,8%)
- Forte desiderio di ripercorre tappe ciclistiche divenute storiche.
Mentre per quanto riguarda le previsioni viene ipotizzato di raggiungere 25,9 mln di presenze, segnando un +26% rispetto al flusso tradizionale.
Sarà davvero così?
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